Roma, 27-29 settembre. LXXIII Convegno del CENTRO di STUDI FILOSOFICI di GALLARATE, sul tema “Filosofia ed economia”

Il rapporto tra filosofia ed economia è quello tra un sapere che si volge all’intero dell’umano e del suo ambiente vitale e un sapere che, insieme a una prassi concomitante, si volge alla soddisfazione di bisogni e desideri parziali. Storicamente, il ruolo dell’economia ha però assunto una valenza totalizzante, con la capacità di subordinare ai propri scopi sia la sfera dell’umano sia quella del mondo esterno. Questa ‘pretesa’ è oggi contestata in modo radicale da chi ritiene che l’autosufficienza dell’economia, al pari dell’immaginario sociale che l’accompagna, sia una invenzione della modernità, da decostruire e superare. D’altro canto, esponenti significativi del pensiero economico tendono a una rigenerazione dell’economia dall’interno, liberandola cioè dalla visione economicistica e quindi dallo stereotipo angusto dell’homo oeconomicus.

Su tale via l’economia si aprirebbe ai temi dell’etica e della vita umana buona.

Si potrebbero scorgere quindi le condizioni per una economia alternativa al mainstream utilitaristico finora dominante.

In ogni caso, la gamma di queste posizioni esige un riferimento più marcato della dimensione economica all’orizzonte antropologico e, per altro verso, richiede l’attenzione della riflessione filosofica criticamente impostata e capace di indicare percorsi più validi per la realizzazione individuale e collettiva. Più puntualmente, si tratta di mettere a nudo l’acutezza dei problemi connessi a un modello di sviluppo che continua a generare diseguaglianze, con crescenti sperequazioni sociali, e povertà macroscopiche. Se infatti da un lato si pone l’accento sul legame tra economia e benessere, e persino felicità, dall’altro si assiste all’allargamento di un’economia dello ‘scarto’ – secondo la denuncia di papa Francesco – alla quale non riesce a opporsi efficacemente l’agire politico con la capacità di governance di cui dovrebbe dotarsi. Ciò ha gravi conseguenze per la credibilità dei sistemi democratici. Non da ultimo, all’uso temerario delle ‘risorse’ naturali dovrebbe opporsi una visione nuova della relazione tra umano e natura, indicando all’economia l’urgenza di una ‘transizione ecologica’.

Questa articolazione tematica, che ha sullo sfondo revisioni epistemologiche e trasformazioni ontologiche, trova corrispondenza nei relatori impegnati nel Convegno Internazionale, tra cui Serge Latouche, Romano Prodi, Stefano Zamagni…

Al lavoro dei gruppi e ai paper che in essi saranno discussi sono affidati gli ampliamenti e gli approfondimenti che, insieme al dibattito previsto dopo ogni relazione, renderanno il Convegno partecipato e significativo.

Auditorium San Domenico - Via Casilina n. 235 - Roma - Programma

27 settembre pomeriggio: ore 15, 30 – 19, 30. - PRIMA SESSIONE: Altro dall’economia/Altra economia

Serge Latouche (Université de Paris XI), Decostruire l’economia

Roberto Mancini (Università di Macerata),Verso un’altra economia: da Francesco a Francesco.

28 settembre mattina: ore 9, 15 – 13. - Lavori in gruppi con interventi programmati dei partecipanti

Si prevedono tre gruppi attorno a temi come i seguenti:

1 Economia, lavoro e tecnologie; 2 Economia, antropologia e religione; 3. Economia,

sviluppo, diseguaglianze e povertà.

28 settembre pomeriggio: ore 15, 30 – 19. 30 - SECONDA SESSIONE (prevista presso l’Università Gregoriana di Roma): Economia,

ecologia, politica

Gaël Giraud (ESCP Europe; Université catholique de Louvain), Un’economia per la transizione ecologica, Romano Prodi (Università di Bologna), Economia e politica: legami sempre più stretti e sempre più

diversi.

29 settembre mattina: ore 9 – 12, 30. - TERZA SESSIONE: L’economia oltre l’homo oeconomicus

Enrica Chiappero-Martinetti (Università di Pavia), Economia e agency umana; Stefano Zamagni (Università di Bologna), La rifondazione dell’economia nell’era della post-modernità.

 

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